Ritorno al futuro
Ho aperto questo blog per la prima volta nel 2005, quando ero alla volta di New York, perché mi sembrava un modo comodo per tenere aggiornati amici e parenti sul mio stato mentre mi trovavo oltre oceano, invece delle periodiche email fiume che ero solito inviare periodicamente a tutti.
Nel frattempo, ho cominciato a commentare notizie, film che vedevo, libri che attiravano la mia attenzione, così come pubblicavo le foto che mi capitava di fare.
Da allora sembrano passati secoli: al tempo esisteva Friendster (che tuttora resiste, anche se nessuno ne parla più), e Facebook era, forse, solo un’idea nella mente del suo inventore. Pochi erano i CMS (Content Management System), e molti tra i blogger, erano costretti ad affidarsi a servizi preconfezionati come Splinder che non permettevano la creazione di un blog su dominio personale.
Al tempo mi affidai a dBlog, un ottimo CMS open source creato da un Italiano, che però col tempo, a mano a mano che aumentavano le esigenze, si è dimostrato inadeguato.
Alla fine ho deciso di dirigermi su un prodotto che fosse abbastanza sviluppato e flessibile e che avesse alle spalle una comunità piuttosto folta di persone dedite al suo sviluppo.
La mia scelta è caduta così su WordPress.
Visto che il mio era sostanzialmente un passatempo, ho deciso di prendermela con calma e di ricreare il blog senza fretta, magari riuscendo a trasferire, in tutto o in parte i contenuti del vecchio sul nuovo.
Per farla breve, evitando di scendere in inutili particolari tecnici, ho scoperto che il trasferimento dei contenuti non era possibile, da qui la mia decisione di ripartire da zero.
Ovviamente, nel mentre mi accingevo con calma a rimettere in piedi il blog, non solo sono arrivate le elezioni primarie del PD e la mia nomina nella commissione di garanzia del Nord America, ma, di lì a poco, è pure arrivata la mia candidatura nella lista per la mozione Marino e, conseguentemente, l’impellente esigenza di avere un minimo di visibilità su web.
Fu così che passai notti insonni per mettere insieme in tutta fretta non dico un blog, ma almeno una sua idea: questo blog rivide finalmente di nuovo la luce. Ma durò poco.
Dopo qualche giorno, infatti, cominciai a ricevere email su email da Aruba che mi informavano di attività sospette sul mio blog che causavano un sovraccarico sui server. In breve: il mio blog deve aver avuto talmente tanti buchi che è stato hacked a tempo di record e chiuso da Aruba. Quando si dice essere autodidatti!
Ora, grazie anche al prezioso aiuto di Luca, grande amico e molto più esperto di cose informatiche del sottoscritto (che, vorrei ribadire, è pur sempre un umile psicologo) questo blog torna live e mi auguro che avrà ancora qualcosa da dire.
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